Black Mirror è una serie britannica creata da Charlie Brooker. Le prime due stagioni, entrambe di tre episodi, e lo speciale natalizio sono andati in onda su Channel 4 a partire dal 4 dicembre 2011. Nel settembre del 2015, Netflix ha acquistato la serie e la terza stagione di sei episodi sarà trasmessa il 21 ottobre 2016. La quarta stagione, di altri sei episodi, sarà disponibile nel 2017.

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Il tema di Black Mirror è la riflessione sulle tecnologie e le conseguenze dell’avanzamento tecnologico sui rapporti e i sentimenti umani. Poiché la terza stagione sarà disponibile a breve, vi elenco tre buoni motivi per recuperare la serie oppure per starne lontani. A voi la decisione.

1) Vi piacciono le serie con lunghe trame orizzontali

Se apprezzate le storie con lunghe trame orizzontali, uno sviluppo dei personaggi e degli intrecci che si protraggono nel tempo, questa serie non fa per voi. Black Mirror, infatti, è una serie antologica: gli episodi raccontano sempre una storia diversa e sono autoconclusivi. Le trame, i temi affrontati, le situazioni e i personaggi cambiano in ogni puntata.

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Dall’episodio “15 Million Merits”, prima stagione. Da sinistra, Bing (Daniel Kaluuya) e Abi (Jessica Brown Findlay).

2) Cercate una serie che v’intrattenga con leggerezza

Dopo una lunga giornata di lavoro o di studio, è comprensibile avere voglia di spegnere il cervello e rilassarsi. Se è questo che cercate, Black Mirror non fa al caso vostro. Ogni puntata porta con sé riflessioni etiche e morali complesse: tecnologia, arte, trame politiche, scenari distopici che si relazionano all’attualità. Tante di queste riflessioni si riallacciano a noi stessi, alle nostre esperienze (la domanda che ricorre spesso è: «Cosa farei io nella stessa situazione?») e alla nostra quotidianità.

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Dall’episodio “White Bear”, seconda stagione.

3) Prediligete storie con sentimenti positivi e lieto fine

Il mondo che ci circonda è pieno di brutte notizie e cattiverie. Almeno nelle serie televisive è bello trovare storie che finiscono bene e che lasciano sensazioni positive. È un peccato deludervi, ma in Black Mirror le storie sono tutte un pugno nello stomaco. Il cinismo è il tratto ricorrente di tutti gli episodi. Un cinismo spietato e lacerante che trova sempre confronti nel nostro vissuto.

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Matt Trent (Jon Hamm) nello speciale natalizio “White Christmas”.

Per concludere, lo schermo nero che dà il titolo alla serie è quello dei computer, degli smartphone e dei tablet. Uno schermo nel quale tutti possiamo specchiarci e vedere le nostre debolezze.

Se questi motivi non sono bastati a tenervi alla larga da questa serie, vi rimando a Netflix.