Quella che segue è la mia traduzione dell’articolo “Story plots: How to be original in 7 tips” apparso su Now Novel.

Quando parliamo di trama, usiamo spesso la parola “originale”. Il termine deriva dal latino originalis e significa “inizio, fonte o nascita”. Scrivere un romanzo può essere l’inizio di una grande carriera, ma prima di tutto dobbiamo conoscere i più comuni cliché ed evitarli. Dobbiamo anche essere in grado di fare nostre le più note tipologie di trama. Ecco, dunque, sette consigli per creare trame originali.

  1. Riconosciamo i cliché più comuni

Uno degli errori più comuni che gli scrittori alle prime armi commettono è quello di affidarsi ai cliché. I cliché sono frustranti perché a forza di abusarne, hanno perso il loro valore. I mondi fantasy traboccano di draghi che scatenano la loro furia. I romanzi d’amore sono pieni di donne in pericolo che hanno bisogno di un uomo che le salvi. A parte questi, ce ne sono molti altri:

  • Il prescelto: il personaggio principale è stato scelto per un determinato compito, ma non c’è un antefatto o una spiegazione che chiarisca perché proprio questa persona in particolare ne è capace.
  • Succedono cose strane, ma si scopre che sono i sogni del personaggio (una trovata fin troppo comoda per i dilemmi di trama dell’autore).
  • Un altro esempio di cliché, segnalato da Strange Horizon: “Il protagonista bianco riceve consigli saggi e mistici da un nativo sacro e sempliciotto”.

In ciascuno di questi esempi ritroviamo sia una scappatoia, sia un tropo abusato (un “tropo” è un espediente letterario ricorrente, come un cliché). Nel primo esempio, non c’è niente che spieghi perché il protagonista è così speciale. J.K. Rowling evita il cliché del “prescelto” in Harry Potter dando a Harry un legame passato con il cattivo che spiega perché proprio lui in particolare deve affrontare la sfida.

Nel secondo tipo di trama abusata, c’è sempre il rischio di una scappatoia. La scoperta del fatto che il personaggio sta sognando avviene in un momento della trama intricatissimo: la rivelazione della realtà del mondo fittizio, quindi, è una via d’uscita.

Il terzo esempio è più un punto della trama piuttosto che una storia intera. Però ci dice qualcosa di prezioso sull’originalità: è meglio (per ragioni creative e anche politiche) non riproporre le idee dominanti e comunemente diffuse. Bisognerebbe evitarlo perché il messaggio di fondo potrebbe essere falso. È probabile che lo straniero (o un altro indigeno) in apparenza “esotico” sia pieno di difetti e stravagante tanto quanto il nostro protagonista.

Per rifuggire ai cliché, spesso è utile combinare idee di trama diverse e creare qualcosa di nuovo.

  1. Uniamo gli aspetti noti e creiamo qualcosa di originale

Il drago che terrorizza una città è un cliché fantasy. Può esserlo anche la strana circostanza che ne rivela la sua natura immaginaria. Tuttavia, unendo questi due cliché possiamo creare qualcosa d’interessante. Per esempio, se un abitante della città vicina andasse a indagare e scoprisse che il drago è solo un tassello dell’isteria collettiva della città? Che simboleggia qualcosa che terrorizza la città dall’interno? Esplorare questo terrore potrebbe rivelarsi uno sviluppo di trama affascinante. Unire le trame cliché è come una reazione chimica: si può cristallizzare qualcosa d’interessante.

Suzanne Collins, l’autrice di Hunger Games, ha dichiarato che l’idea per il romanzo le è venuta mentre faceva zapping davanti al televisore. Le immagini sovrapposte di persone che gareggiavano per un premio su un canale e persone che combattevano in una guerra vera su un altro canale si sono unite nella sua mente. Il risultato è la storia di una società nella quale i giovani sono obbligati a combattere all’ultimo sangue.

Utilizziamo lo stesso metodo e uniamo diverse idee di trama, assicurandoci che l’idea centrale del nostro romanzo non segua un percorso noto verso una conclusione scontata.

  1. Distinguiamo le sette idee di trama basilari ed evitiamo le tendenze meno originali

Nel libro The Seven Basic Plots di Christopher Booker, pubblicato nel 2004, Brooker definisce le sette tipologie di trama basilari. In sintesi:

  1. L’eroe sconfigge il mostro/il cattivo;
  2. Dalle stalle alle stelle: il protagonista arriva al successo;
  3. L’impresa importante: il personaggio (o gruppo di personaggi) parte per una missione cruciale;
  4. Andata e ritorno: l’avventuriero viaggia, ha un’esperienza che gli cambia la vita e torna a casa;
  5. La commedia: il caos e la confusione fanno strada alla risoluzione;
  6. La tragedia: i personaggi pagano il prezzo di avere difetti;
  7. La rinascita: il personaggio emerge trasformato da un percorso alla scoperta di sé.

Ciascuna di queste tipologie di trama ha un’insidia che dobbiamo evitare se vogliamo che la nostra trama sia originale. Nell’impresa importante, l’eroe ha solitamente un aiutante fidato che dimostra un coraggio sorprendente. Nelle storie di rivalsa, l’eroina ottiene tutto quello che ha sempre sognato: la casa, il principe affascinante, la felicità. Pensiamo a come rendere meno scontate queste storie. Quando l’eroe deve battersi contro il cattivo, mostriamo il cattivo nell’eroe e viceversa. Nella storia “dalle stalle alle stelle”, una risoluzione dolceamara sorprenderà i lettori che si aspettavano una conclusione più ordinata ma prevedibile.

Il percorso che va da A a C tramite B può sembrare scontato e prevedibile. Quindi, come possiamo fare nostre le più comuni trame?

  1. Inseriamo nella trama nota un intreccio secondario

Prendiamo la tipologia comune “il giovane uomo prescelto è destinato a fronteggiare una grande malvagità”. Sarebbe noioso se la progressione verso il conflitto finale si rivelasse lineare. È qui che gli intrecci secondari ci aiutano a trasformare il materiale di base noto in qualcosa di diverso e avvincente.

Per esempio, nella serie fantasy young adult d’incredibile successo di J.K. Rowling, Harry è diretto verso il conflitto finale ed è il “prescelto”. Eppure, l’ambientazione della Rowling – la scuola di stregoneria e di magia – permette qualsiasi tipo d’intreccio secondario, archi narrativi e momenti di tensione minori. La vita quotidiana a scuola, unita ai conflitti fra insegnanti e studenti e al romanticismo in erba, consente alla storia di zigzagare verso la fine ed evitare il percorso prevedibile.

Se abbiamo un drago che custodisce gelosamente la sua torre, non mandiamoci subito il protagonista ad affrontarlo. Al contrario, creiamo intrecci secondari che spostano l’attenzione dei lettori dall’aspetto meno originale della nostra storia.

  1. Facciamoci guidare da romanzi originali nel nostro genere

Una delle trappole più grandi per gli aspiranti scrittori che vogliono essere originali è confondere i cliché del genere con le necessità del genere. Il nostro mondo fantasy non deve avere per forza regni belligeranti (anche se a questo possiamo dare il nostro tocco unico). Nel nostro romanzo d’amore non dev’esserci per forza il milionario benestante che fa innamorare la squattrinata Jane.

Se vogliamo diventare più originali nella scrittura, facciamo qualche ricerca e scopriamo quali romanzi nel nostro genere sono considerati particolarmente originali. Leggiamone alcuni e domandiamoci:

  • Quali elementi noti di questo genere (per esempio: i regni belligeranti o il buon partito ricco e garbato) utilizza il romanzo?
  • In che modo il libro riesce a rendere questi elementi meno scontati? Quali complicazioni/sorprese/differenze fanno spiccare questo romanzo da altri che seguono linee di trama simili?

Pensiamo alle possibili aspettative dei lettori nei confronti della nostra particolare tipologia di trama e pianifichiamo attivamente un modo per sorprenderli.

  1. Contrastiamo le aspettative e i preconcetti del lettore

Quando una trama ci sembra originale, spesso è perché non risponde alle nostre aspettative. Ecco perché succede:

  • La storia ricade in uno specifico genere (per esempio: romanzi d’amore), ma non corrisponde alle nostre aspettative (gli amanti non stanno insieme alla fine);
  • Le aspettative create da certi tropi (per esempio: il ragazzo prescelto deve compiere un’impresa importante) non sono soddisfatte nel modo che ci aspetteremmo (l’obiettivo dell’impresa del ragazzo cambia con uno sviluppo di trama significativo, per esempio).

Per far sì che il nostro romanzo sia sorprendentemente originale, cerchiamo un modo per sovvertire o alterare i dettagli standard del nostro genere (che si tratti dell’aiutante fidato o del subdolo cattivo).

  1. Non sforziamoci troppo: un po’ di convenzionalità può funzionare

Anche se l’originalità rende una storia memorabile, la ripetizione è uno degli elementi appaganti del narrare storie. Una storia che contiene elementi noti ci permette di posizionarla in un retaggio e in un contesto specifici. Concentriamoci sul modo di sfruttare storie note per i nostri scopi, piuttosto che renderle stravaganti solo per il mero fine dell’originalità. In sostanza, la finzione è molto più originale quando esprime la nostra unica e personale miscela di prospettiva, passione e fascino nella scrittura.