È uscito da poco Non ditelo allo scrittore, il nuovo romanzo di Alice Basso edito da Garzanti. È il terzo libro con protagonista Vani Sarca, ghostwriter per una casa editrice e collaboratrice della polizia. L’anno scorso ho letto i due romanzi precedenti e quando ho saputo del nuovo volume l’ho preso e mi sono tuffata nella lettura.

Non ditelo allo scrittore di Alice Basso

Breve trama

In questo terzo capitolo, a Vani è affidata una missione complicata: trovare il ghostwriter che ha scritto Verrò a trovarti sul lago, un libro che ha fatto la storia della letteratura italiana. Quando infine riuscirà a rintracciarlo, si accorge che è incapace di comunicare e rendersi gradevole. Nel frattempo, il commissario Berganza chiede aiuto a Vani per scoprire in che modo un boss criminale agli arresti domiciliari riesca a comunicare con la sua banda.

Impressioni

Come nei due precedenti romanzi, la storia è raccontata in prima persona dalla voce di Vani. I capitoli della trama principale sono inframmezzati dai flashback in terza persona sul passato di Vani, ma non solo. Ho apprezzato questi salti nel passato perché sono funzionali alla storia. Non solo permettono di conoscere aspetti nuovi e dare ulteriore spessore ai personaggi, ma hanno anche il pregio di spiegare certe azioni del presente.

Ho ritrovato lo stile incalzante, scorrevole e divertente degli altri due libri: spesso ho perfino ridacchiato durante la lettura. Nonostante lo stile sia scanzonato, non mancano riflessioni più serie sull’amore, sui rapporti e sulla vita. Come negli altri due capitoli, tante sono le citazioni letterarie. Alice Basso, come Vani, nutre un amore viscerale per i libri.

Vani è un bel personaggio tridimensionale. La sua arguzia e le sue intuizioni la fanno somigliare a uno Sherlock Holmes donna. Nonostante si autodefinisca misantropa e affronti il mondo di petto, Vani capisce di dover cambiare. Il cambiamento graduale sarà determinato da diversi eventi, ma soprattutto da quelli che riguardano il commissario Berganza. Come lei, Berganza è un personaggio ben delineato e in questo libro acquista maggiore profondità. Anche il suo rapporto con Vani, un misto di complicità fra amici e di attaccamento paterno, si evolve e si approfondisce.

Il bello di questo romanzo è che anche i personaggi secondari e quelli nuovi sono tutti tratteggiati magnificamente. Si riesce quasi a vederli e a sentire la loro voce. Dalla piccola Morgana, che Vani definisce sua fotocopia in miniatura, alla redattrice neoassunta Olga, dal carattere gentile ma succube di Enrico, il direttore della casa editrice, materialista e sempre pronto a fiutare un affare, all’indisponente professor Marotta, il ghostwriter che Vani ha il compito di rendere più malleabile.

Senza rivelare il finale, devo dire che mi è sembrato in linea con tutto il libro e i due precedenti. Non ho idea se Alice Basso abbia in mente di scrivere ancora di Vani. Da lettrice sarei felice anche se la storia dovesse terminare qui, proprio perché il finale così com’è mi sembra perfetto.

Voto complessivo: 9