Soji Shimada ha esordito nel 1981 con il romanzo Senseijutsu satsujin jiken. Nel 2014 è uscita la traduzione inglese e oggi il libro è disponibile anche in italiano con il titolo Gli omicidi dello zodiaco, tradotto da Giovanni Borriello e pubblicato da Giunti Editore.

Dalla quarta di copertina:

«Siamo in Giappone sul finire degli anni Trenta. Heikichi Umezawa, un uomo assai ricco, artista eccentrico, appassionato di astrologia e alchimia, una giovinezza trascorsa a Parigi, una vita all’insegna dell’occultismo, dell’estetismo e del lusso, viene ritrovato morto, il cranio sfondato da un oggetto appuntito, nel suo studio chiuso a chiave dall’interno.

È mattina e ha nevicato per tutta la notte, non ci sono tracce e tutti i possibili sospetti hanno alibi di ferro. L’artista ha appena completato l’ultimo di una serie di dipinti di soggetto astrologico. Ma soprattutto, tra gli appunti di Umezawa, gli inquirenti scoprono un progetto assurdo e mostruoso: la creazione di Azoth, l’essere femminile perfetto, assemblando parti del corpo di due sue figlie, due figliastre e due nipoti.

Ognuna di queste ragazze, tutte vergini comprese tra i diciotto e i venticinque anni, appartengono a segni astrologici diversi e ideali per formare la creatura che costituisce l’ispirazione e il sogno di ogni alchimista.

Il fatto è che, poco tempo dopo la morte dell’artista pazzo, le sei ragazze Umezawa vengono effettivamente uccise e ritrovate, variamente smembrate, in luoghi diversi dell’arcipelago nipponico, ciascuno con una precisa valenza magica e simbolica.

Chi ha ucciso Heikichi Umezawa? E chi ha messo in pratica il suo orrendo delirio? La Seconda guerra mondiale e la catastrofe del Giappone interrompono le indagini, ma trent’anni dopo un famoso maestro astrologo, appassionato di investigazioni, e il suo giovane assistente riprendono le fila di quel cupo enigma…»

Le mie impressioni

The Guardian ha definito Gli omicidi dello zodiaco uno dei migliori esempi di giallo della camera chiusa. Non ho letto molti romanzi di questo genere, perciò non posso confermare o smentire. Quello che posso dire per certo è che l’autore pianifica il mistero accuratamente e lo risolve in maniera impeccabile.

Di questo romanzo mi hanno colpito in particolare due aspetti. Il primo è l’ambientazione: la vicenda è radicata nella storia e nella cultura giapponese. Dagli eventi storici ai luoghi, dalle città agli usi quotidiani, il romanzo permette di fare un viaggio in Giappone senza spostarsi da casa.

Il secondo aspetto riguarda la costruzione della trama. L’autore crea una storia complessa, irrisolvibile solo in apparenza, e si premura di fornire subito tutti i dettagli utili per risolvere il mistero. In alcuni casi interviene direttamente e si rivolge al lettore sfidandolo a risolvere l’enigma prima del detective Kiyoshi Mitarai. Come in ogni giallo abbondano le piste false e le deviazioni, ma non ci sono inganni o sotterfugi: usando la logica e le capacità deduttive si può arrivare alla soluzione.

Poiché i detective risolvono il caso quarant’anni dopo, i protagonisti del giallo rivivono attraverso le loro descrizioni. Un alone di misticismo e di oscurità permea le pagine di questo romanzo, in particolare sugli elementi astrologici che alimentano i delitti ispirati allo zodiaco.

L’unico appunto che si potrebbe fare è che i personaggi non sono sempre tratteggiati in maniera efficace. È comunque un dettaglio che non sminuisce la bontà dell’opera, dal momento che la lettura è piacevole e scorre veloce.

Per concludere, consiglio Gli omicidi dello zodiaco agli appassionati di gialli e anche a chi non ha particolare familiarità con questo genere e vuole comunque leggere una bella storia avvincente.

Voto: 8,5