Il ballo degli amanti perduti

Ho scoperto Il ballo degli amanti perduti di Gianni Farinetti da un post su Facebook: la descrizione era accattivante e mi ha fatto venire voglia di leggerlo. Il romanzo è edito da Marsilio ed è stato pubblicato nel 2016.

La storia si svolge in dicembre nelle Alte Langhe piemontesi e ha come protagonista Sebastiano Guarienti, personaggio principale di altri romanzi di Farinetti. Un giorno, Sebastiano, propone un ballo in maschera per il veglione di Capodanno nel castello locale. Nonostante Sebastiano stesse scherzando, il sindaco di Rocca Bormida lo prende in parola e decide di organizzare il ballo.

Il romanzo segue la struttura del giallo classico ed è diviso in due atti. Nel primo atto ci immergiamo nel folclore locale e conosciamo i personaggi del paese, a partire dal sindaco di Rocca Bormida, Franco Masoero, un uomo arrogante bramoso di potere e di denaro; Onorina, l’anziana guaritrice e cartomante che tutti considerano una strega; il conte Uzzone, nobile decaduto dai modi aristocratici che vive solo in un palazzo con un cavallo imbalsamato; Florian, Mircea e Tatiana, tre rumeni chiassosi ma spassosissimi; la perpetua Giustina che cerca ancora un uomo da amare; il maresciallo dei Carabinieri Beppe Buonanno; un giovane architetto che farà battere il cuore di Sebastiano e tanti altri. Non mancano il bar del paese, dove ci si scambiano notizie e pettegolezzi, la taverna locale, l’ambiente rurale dove basta una stufa per scaldarsi durante le nevicate invernali.

Il primo atto delinea situazioni, personaggi e anticipa gli eventi che accadranno. Il secondo atto comincia proprio nella notte di Capodanno, durante il ballo in maschera, e riprende il tema del giallo classico: dall’omicidio, all’indagine complessa (tutti i personaggi presentati nel primo atto, infatti, hanno un motivo per uccidere), fino alla scoperta del colpevole.

È un noir inusuale, con momenti comici e grotteschi, alternati da riflessioni sull’amore e sulla vita, forse un po’ dispersive, ma affascinanti nel complesso. I dialoghi sono realistici, riproducono il parlato e trasmettono il carattere peculiare dei personaggi. Infatti, è l’umanità autentica a farla da padrona in questo romanzo, con lo stile che riproduce la parlata delle Langhe e gli scambi di battute spiritosi.

Quello che rende interessante Il ballo degli amanti perduti non è tanto il giallo con il mistero e il colpevole da scoprire, ma l’affresco di personaggi tutti ben caratterizzati, con il loro accento e vocabolario, che s’immergono in un ambiente sospeso fra un passato rurale non troppo lontano e la nostra modernità.

Voto complessivo: 7/8